Due parole su come è nato e si è sviluppato il progetto Tolkieniana Net, e un breve discorso generale sull'utilizzo del computer per fare musica. Ovviamente questo non vuole essere una trattazione esaustiva dell'argomento e molti esperti si troveranno a leggere concetti per loro scontati; si rivolge soprattuto a coloro che sono curiosi di conoscere il ruolo che può avere il computer e la tecnologia in genere nel lavoro di un compositore.

Insomma, cercherò di parlare in un linguaggio che farà storcere il naso agli addetti ai lavori, ma che è quanto avrei voluto sentire anni fa, quando ancora non ne sapevo nulla e non trovavo nessuno che mi spiegasse le cose chiaramente.

Il primo approccio col computer lo ebbi nel 1980 (proprio l'anno che lessi la prima volta "Il Signore degli Anelli) quando mio padre acquistò per la sua attività di rappresentante un magnifico e costosissimo Apple IIe
(1). Di interfaccia grafica ancora non se n'era neppure sentito parlare, tanto meno di applicazioni musicali: il massimo che l'utente finale poteva sperare di ottenere erano i "bip" modulati dei primi giochi, come il mitico Donkey Kong (2).

Alla fine degli 'anni 80 arrivò il mio primo computer, un Amiga 500
(3) con il quale imparari a lavorare col MIDI (4), un protocollo che permette di pilotare tastiere elettroniche, moduli sonori e qualunque strumento dotato della relativa interfaccia; quindi anche da o verso un computer. Già un bel balzo rispetto a quanto era possibile fare fino ad allora: mi ritrovai in pratica con un registratore multitraccia limitato solo dalla polifonia (5) dello strumento che utilizzavo, una tastiera Yamaha SY55 (6). Ovviamente i Personal Computer di allora non erano ancora in grado di lavorare sul suono in modo professionale, così come il mio successivo computer, il primo Macintosh: un LCII (7) con 4MB di Ram e 40MB di HD acquistato nel 1992.

Ingegnandosi un poco si riusciva comunque a fare cose egregie; con l'Amiga organizzai il mio primo concerto multimediale, inaugurando il Fancon 1992 di Courmayeur (Raduno Nazionale della Fantascienza e del fantastico) dedicato al centenario della nascita di Tolkien. Io suonavo il pianoforte, e il computer pilotava la tastiera Yamaha che fungeva da "orchestra portatile".

Nel 1995 il passaggio dal MIDI all'Audio: il velocissimo - per allora - Power Macintosh 8100 (8) con 128 MB di Ram mi permetteva finalmente di registrare ogni singolo strumento su una traccia audio monofonica o stereofonica per potervi poi applicare filti, effetti e quant'altro mi veniva in mente, grazie alla tecnologia VST (9) della Steinberg. Grazie ad essa, per la prima volta era possibile editare l'audio all'interno del computer, senza dover acquistare costosi apparecchi esterni.
Già allora riuscivo a lavorare con 32 tracce audio contemporanee e, tenendo conto che su ogni traccia audio ci si può registrare anche più strumenti o addirittura "fondere" più tracce audio in una sola, monofonica o stereofonica, le mie possibilità di lavoro e la qualita' del suono ottenuto aumentarono in modo esponenziale.

Un accenno alle due principali tipologie di suoni che il musicista - informatico ha oggi a disposizione: i suoni di sintesi e i suoni campionati.

I primi risalgono alle primissime sperimentazioni di musica elettronica (10), nei quali uno o più oscillatori emettevano determinate frequenze che, con uguale sforzo immaginativo sia da parte degli ingegneri che degli ascoltatori, potevano arrivare a ricordare lontanamente un violino, un organo, un pianoforte.
Oggi la sintesi sonora è giunta a maturazione e ve ne sono numerose tipologie
, non tutte dedicate all'imitazione di strumenti reali (anzi ormai solo una piccola parte) e la qualità dei suoni ottenuti è a dir poco formidabile.

Con la più recente tecnologia del campionamento, ovvero della digitalizzazione e del riutilizzo di suoni provenienti da strumenti reali, tecnologia che negli ultimi anni ha raggiunto la perfezione anche grazie alla sempre maggiore velocità di calcolo dei microprocessori, il compositore ha non solo la possibilità di "simulare" come suonerà la propria composizione con l'orchestra vera, ma di eseguirla con una vera e propria orchestra "virtuale" ma non per questo meno realistica. Questo naturalmente non significa che gli strumenti elettronici servano solo a imitare quelli reali, anzi la ricerca di nuovi timbri e nuove atrmosfere è sicuramente l'aspetto più interessante (11).

Le tastiere elettroniche e gli expander (12) (moduli sonori privi di tastiera) di ultima generazione fondono entrambe le tecnologie riuscendo ad ottenere risultati veramente ottimi.

Ed ecco infine una breve descrizione dell'Home Studio con il quale ho prodotto il primo CD del ciclo Tolkieniana - Viaggio Musicale nella Terra di Mezzo.

Pianoforte digitale: Yamaha Clavinova 560
Tastiera elettronica: Roland XP 30 con espansioni Session, Orchestral e Techno
Campionatore: Roland S-750
Campionatore su scheda: Digidesign Sample Cell con 32 MB di Ram montata su un PPC 8100
Mixer: Roland M-12E 12 canali
Scheda Audio: Mark of the Unicorn Motu 828
Computer di servizio: Power Mac PPC 8100 con 128 MB di Ram
Computer principale: Powerbook G3 500 "Bronze" Mhz con 768 MB di Ram
Disco di lavoro per l'audio: Lacie Firewire 120 GB 7200 RPM
Software Midi - Audio: Mark of the Unicorn Digital Performer
Software postproduzione audio: Steinberg Nuendo


Classe 1964, consulente informatico, pianista, compositore, arrangiatore e Mac-User, da molti anni lavora, ovviamente su Mac, a un ciclo musicale ispirato all’opera letteraria di Tolkien, di cui il primo CD, presentato lo scorso 23 marzo con un concerto a Bruxelles presso il Teatro dell’Istituto di Cultura del Consolato d’Italia, e’ uscito in questi giorni.
Altre notizie a partire da:

Leggi anche:

01) Per la storia e le caratteristiche dell'Apple IIe: Apple Museum

02) Qualche cenno storico su Donkey Kong: Emuguide

03) Amiga 500

04) MIDI è l'acronimo di Musical Instruments Digital Interface.
Un po' di storia del protocollo midi su questa pagina.

05) Polifonia: capacità di uno strumento musicale di emettere più suoni contemporaneamente. Ad esempio, lla polifonia massima della tastiera Yamaha SY55 era di 16 voci (alcuni strumenti più complessi utilizzavano più di una voce, quindi questo non sempre equivaleva a 16 strumenti diversi).
Attualmente le tastiere professionali hanno almeno 128 voci di polifonia.

06) Tastiera elettronica Yamaha SY55: qualche immagine e notizia (in inglese)

07) Macintosh LCII: immagini e caratteristiche

08) Macintosh PPC 8100: immagini e caratteristiche

09) Tecnologia VST

10) Musica Elettronica: cenni storici.

11) Una approfondita tesi sulla musica elettronica e sulle tecniche di creazione ed elaborazione del suono.

12) Una breve ma interessante guida sull'argomento si trova su questa pagina.