Imram di John Ronald Reuel Tolkien - Traduzione e commento di Paolo Gulisano § § § Il numero della rivista letteraria inglese Time and Tide del 3 dicembre 1955 presentava un contributo straordinario: un breve poema di 132 versi il cui autore era John Ronald Tolkien. Da poco si era conclusa la pubblicazione del Signore degli Anelli, uscito per scelta dellEditore- in tre parti distinte, e con il Ritorno del Re i lettori inglesi avevano ora in mano lopus magnum tolkieniano. Era iniziato il cammino di uno straordinario successo per lo scrittore delle Midlands. Paolo Gulisano
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Infine fuori dal mare profondo egli uscì, e la nebbia avvolse la riva; sotto la luna offuscata le onde rumoreggiavano, appena la nave ebbe riportato il suo carico indietro in Irlanda, di nuovo al bosco e al pantano, e alla torre alta e grigia, dove il rintocco della campana di Clonfert rintoccava nella verde Galway. Dove lo Shannon si immerge nel Lough Derg sotto un cielo vestito di pioggia San Brendano arrivò alla fine del suo viaggio, per trovare la grazia di morire. O dimmi padre, che tanto ho amato, se hai ancora parole per me, il ricordo dei prodigi che sono nellimmenso e solitario mare, le isole ingannatrici con cupi incantesimi dove dimorava il Re degli Elfi: per sette lunghi anni hai poi trovato la strada verso il Paradiso, o la Terra della Vita? Le cose che io ho visto, le molte cose, sono da gran tempo assai sbiadite; solo tre ritornano ad essermi chiare: una nuvola, un albero, una stella. Navigammo per un anno e un giorno e non salutammo nessun campo, né le coste degli uomini; nessuna barca né uccello mai vedemmo in navigazione per quaranta giorni e dieci altri ancora, poi udimmo un rombo come di burrasca che arriva, e una Nube si stese sopra di noi; non vedemmo più il sole né fisso né sorgere, nonostante loccidente fosse rosso. Fu allora che una montagna dagli indefiniti confini si levò dal mare fino alla nuvola; le sue pareti erano nere dalla cupa marea su fino al suo fumante cappuccio ma la sua cima era illuminata da un fuoco ardente che sempre si alzava e ricadeva: alta come una colonna nella sala del grande Paradiso, le sue radici erano profonde come linferno; affondate negli abissi, le acque si immergevano e inghiottivano a lungo fin dove, io suppongo, si trova la terra sprofondata dove i re dei re si nascondono Poi navigammo finchè tutti i venti cessarono, e ci affannammo allora col remo; ardemmo dalla sete e sospirammo per la fame, e non cantammo più i nostri salmi. Finalmente passammo oltre la nuvola E giungemmo ad una spiaggia rischiarata dalle stelle; le onde sospiravano in caverne sorrette da colonne, smerigliando le gemme nella sabbia. Qui tememmo che esse avrebbero consumato le nostre ossa fino alla fine del tempo, poiché dal precipizio quelle rive si inerpicano scavalcando rocce che nessun uomo scalerebbe. Ma voltando ad occidente trovammo un estuario Che fendeva la parete della montagna; là si stendeva un fiume grigio-ombra tra le alte montagne. Attraverso porte di pietra remammo in fretta, e passammo, e lasciammo il mare, e il silenzio come rugiada cadde su quellisola, e sacro sembrò essere. Arrivammo ad una valle simile a un calice dargento, con colline scolpite come cornice. In quella terra misteriosa vedemmo Sotto un pallido chiaro di luna Un albero più bello di quanto avrei creduto Potesse nascere in Paradiso: il suo piede era come il fondamento di una grande torre, nessun uomo avrebbe potuto sapere il suo peso, e bianche come linverno apparivano al mio sguardo le foglie di quellalbero; esse crescevano più fitte delle piume dala di un cigno, lunghe e soffici e belle. Ci sembrò allora che il tempo Fosse svanito come in un sogno, ed il nostro viaggio finito; non speravamo più nel ritorno, ma di restare là. Nel silenzio di quellisola irreale cantammo allora con un po di tristezza: teneri erano i nostri pensieri, ma un suono dallalto risuonò come trombe improvvise. LAlbero allora tremò, e le foglie volarono in aria Libere dai suoi rami Come bianchi uccelli alzati in stormo, e i rami sollevati furono spogliati. Udimmo nellalto del cielo stellato Un canto, ma non di uccello, né rumore duomo né voce dangelo, ma forse cè nel mondo una terza bella specie, che ancora vaga al di là della terra sprofondata. Ma ardui sono i mari e i fiumi profondi oltre la spiaggia dellAlbero bianco! O rimani, ora, padre! Cè ancor di più da dire. Ma due cose tu hai raccontato: LAlbero, la Nube; ma tu hai parlato di tre, la Stella la rammenti? La Stella? Ebbene, la vidi grande e lontana alla divisione delle vie, una luce al limitare estremo della Notte Esterna, al di là della Porta dei Giorni, dove il rotondo mondo simmerge a picco, ma prosegue sullantica strada, come un ponte invisibile che corre su archi verso coste che nessun uomo conosce. " Ma gli uomini dicono, padre, che prima della fine tu andasti dove nessuno è stato; vorrei sentirti parlare, padre caro, dell'ultima terra che tu hai visto." "Nella mia mente la Stella posso ancora trovare, e la separazione dei mari, e il soffio che fu portato sopra la brezza tanto dolce ed aspro quanto la morte. Ma dove fioriscono, quei bei fiori, in quale atmosfera o terra crescono, quali parole udii al di là di questo mondo, se tu desideri conoscerle, allora fratello su una barca galleggiante lontano tu devi navigare con difficoltà nel mare, e trovare per te stesso cose al di fuori della mente: non imparerai più di me" In Irlanda oltre il bosco e il pantano nella torre alta e grigia il rintocco della campana di Clonfert suonò nella verde Galway. San Brendano era giunto alla fine della sua vita sotto un cielo vestito di pioggia, dopo aver viaggiato fino al luogo da dove nessuna nave ritorna; e le sue ossa giacciono in Irlanda. Da La Leggenda di San Brendano, J. R. R. Tolkien, tradotto da Paolo Gulisano pubblicata su Oggi N° 6, 4 Febbraio 2004. |
Stelle d'Irlanda - La Leggenda di San Brendano è stata musicata per canto e Orchestra da Alessandro Ferrari. Sul negozio di Tolkieniana Net è possibile ascoltare gratuitamente il primo minuto della registrazione (in lingua originale) effettuata con l'orchestra Sinfonica Tolkieniana ed eventualmente acquistare il brano al prezzo di un dollaro: |